«No, quello non si può, un’emozione è un’emozione; non puoi scegliere se amare o no tua madre o tuo figlio; non puoi scegliere se avere paura o se avere rabbia o non averla. Un’emozione vive di vita propria, quando arriva arriva.
Ma se è costruita solo dalla tua mente, con i sogni capati per aria o i ricordi di quando stavi meglio, ti devi esercitare a non dargli forza, a non ascoltarla troppo seriamente. Riguarda sempre e solo il futuro o il passato, mai il presente. Pensaci! Il qui e ora è sempre già occupato da un’altra emozione ma non siamo più abituati a percepirla, perché offuscata da emozioni esterne a noi.
C’è anche l’emozione indotta da un’altra persona, da un film, dalla pubblicità o dal telegiornale; questa è nelle mani di altri, devi essere abbastanza forte per capire che sono loro a manipolare le emozioni e devi imparare a non farglielo fare, a non dargli ascolto. Un bravo regista, pubblicitario o politico, sceglie lui le emozioni da farti vivere; questo deve bastarti per capire come queste emozioni siano senza futuro.
Quando invece ti immergi in un’azione, vivi un’emozione che devi imparare a percepire. Questa emozione produrrà un comportamento, o una reazione; se ti dai il tempo di riflettere, potrai capire, isolare e anche scegliere la tua reazione: combatti o fuggi, oppure reagisci, analizzi, osservi, confronti. Dipende dalle situazioni.»
Anche io mi ero accorto delle sue reazioni all’emozione di frustrazione e rabbia che aveva vissuto trovandosi imprigionata nella bufera. Spaesata e sorpresa, sembrava volesse affrontare la discesa in ogni caso, poi la sua capacità riflessiva l’aveva portata a questa interessante riflessione.
«Oggi, con questa rabbia, posso scegliere di fuggire, prendo lo zaino e me ne vado; oppure di combattere contro voi due che mi perseguitate con le vostre convinzioni, osservare le mie azioni ed evitare di farmi male con scelte istintive, analizzare i miei pensieri a tal proposito e confrontarmi con voi. L’emozione è mia, creata da me e dalla mia azione, è quindi nelle mie mani e reagendo ad essa, posso capirla e capirmi di più.»
«Aspetta un momento, fammi fare un breve riassunto su questo ultimo punto.»
Si inserì Efrem con prontezza.
«Quindi con l’emozione vissuta puoi imparare, se ti dai il tempo, a capire le tue reazioni e a gestire il tuo comportamento? è così?».
«E bravo il ragazzino.» Poi verso di me: «EmAzioni no? le chiami così tu, giusto?»
«Sì, le emAzioni sono emozioni create dalla tua vita vissuta, dalle tue azioni».